Che cos'è la cultura?

Il concetto di Cultura è decisamente vasto. Partiamo dalla definizione generale del Vocabolario on line Treccanicultura s. f. [dal latino cultura, der. di colĕre «coltivare», part. pass. cultus ..]. L'idea è legata al coltivare qualcosa, curarla, esercitarla e dedicarvisi. L'insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l'esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo. 

Dalla definizione generale data dell'Enciclopedia Treccani, possiamo scendere un po' più nel dettaglio, definendo la cultura come:


L'insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l'esperienza (...)

  1. L'insieme delle conoscenze relative a una particolare disciplina: avere cultura letteraria, musicale, artistica (...)
  2. Il complesso di conoscenze, competenze o credenze (o anche soltanto particolari elementi e settori di esso), proprie di un'età, di una classe o categoria sociale, di un ambiente: cultura contadina, cultura urbana, cultura industriale (...)
  3. Il complesso delle istituzioni sociali, politiche ed economiche, delle attività artistiche, delle manifestazioni spirituali e religiose, che caratterizzano la vita di una determinata società in un dato momento storico: la cultura italiana del Quattrocento; la cultura illuministica o dell'illuminismo; la storia della cultura di un popolo.


Perché è così importante?


Spesso sentiamo i giovani liceali domandarsi perché si deve studiare una lingua morta come il latino o cimentarsi in complicati calcoli matematici. Le materie di studio percepite dai ragazzi come più noiose, perché implicano ragionamenti logici e applicazioni di regole che lasciano poco spazio alla fantasia, sono i bersagli preferiti di frasi quali "a cosa mi servirà mai nella vita?", ma anche le altre branche della conoscenza vengono spesso criticate. Talvolta, anche gli adulti non si esimono da ragionamenti del genere e non sempre una persona che comprende il valore della cultura riesce a trovare una risposta ad argomentazioni quali "non ha nulla a che fare con la vita di tutti i giorni, in fondo non serve a niente". La reazione dell'uomo che apprezza la cultura dinanzi a frasi del genere è, solitamente, uno sconcertato sdegno che non riesce, ovviamente, a convincere l'interlocutore. Forse le domande che ci pongono i giovani o le persone poco colte, quando ci chiedono a cosa serva la cultura, non sono così stupide. Siamo noi a non saper dare loro la giusta risposta. La cultura serve alla produzione di quei significati collettivi che permettono a una società di definirsi tale e di non sgretolarsi come un esercito di mercenari non appena la battaglia si fa troppo dura. Non è il soldo a tenerci insieme, non è il bisogno egoistico di avere compagnia né la divisione del lavoro. Vivere insieme significa, immancabilmente, costruire un progetto comune e l'unico modo per fare ciò è condividere il significato che diamo alle cose. Non essere partecipe dei significati condivisi vuol dire restare escluso, vivere nell'incomprensione e non avere la possibilità di far sentire la propria voce, contribuendo alla continua produzione di nuovi significati. Ecco perché è importante conoscere anche ciò che non incide direttamente nell'economia della nostra vita. Quando Massimo D'Azeglio scrisse la famosa frase "Abbiamo fatto l'Italia, ora dobbiamo fare gli italiani", si riferiva proprio ai significati collettivi, per quanto probabilmente non gli sarebbe mai venuto in mente di chiamarli in questo modo. Gli italiani, che non possedevano storia comune, hanno continuato a non produrne chissà quanta: basti pensare alle politiche usate per il nord Italia che sono state, fino ad anni molto recenti, ben diverse da quelle usate per il sud. Parlare la "lingua" della democrazia al nord e quella della mafia al sud vuol dire ostacolare una produzione di significati comuni che, se fosse stata incentivata, ci avrebbe permesso oggi di vantare un'unità nazionale simile a quella francese. E questo discorso può essere fatto per qualsiasi scontro culturale, dalla scaramuccia sul pullman con qualcuno a cui non è stato insegnato a tenere la voce bassa quando si parla al cellulare in luoghi pubblici al chiuso, ai grandi scontri di civiltà fra cristiani e islamici.


In quali luoghi si  è sviluppata?

Dalla antica Mesopotamia alla terra del Sol Levante passando per il bacino del Mediterraneo la cultura si è sviluppata di pari passo con l'uomo determinando la nascita di civiltà  progredite e avanzate.Nel corso dei millenni molte civiltà sono andate perdute, altre invece ci hanno consegnato come lascito della  loro conoscenza le loro straordinarie invenzioni.

-GRECIA

La Grecia ebbe una grande influenza sull' Europa e su tutto l'occidente, tanto che fu definita "culla della civiltà occidentale", infatti molte delle informazioni che studiamo oggi sono giunte proprio da quell'antica civiltà.

Nelle poleis molti cittadini sapevano leggere e scrivere grazie alla semplicità dell'alfabeto greco, derivato da quello fenicio; da esso discende l'alfabeto latino, usato in Italia e in molte altre parti del mondo.

Il teatro fu un'invenzione greca e in questa grande opera si recitavano le commedie e le tragedie.
Molte commedie greche vengono recitate ancora adesso per la loro bellezza e attualità.
Le tragedie spingevano le persone a riflettere sui loro problemi

I Greci furono gli inventori della disciplina storica. Alcuni studiosi dell'antica Grecia, come Erodoto e Tucidide, furono i primi a spiegare i fatti accaduti nella loro patria.

In Grecia nacque anche la filosofia, cioè la scienza che studia il pensiero. I filosofi erano amanti del sapere e non si accontentavano delle risposte che dava la mitologia.

In Età Ellenistica si ebbero grandi risultati in scienze, medicina, geografia e astronomia.

Tutte queste scienze progredivano grazie ai grandi scienziati dell'epoca.

  • Archimede per esempio, mentre faceva il bagno in una tinozza, si accorse che le gambe diventavano più leggere: aveva scoperto il principio del galleggiamento.
  • Pitagora ed Euclide fissarono le basi della matematica.
  • Eratostene intuì che la Terra è rotonda e riuscì a calcolarne la circonferenza.
  • Anassagora affermò che la Luna non brilla di luce propria ma riflette quella del Sole, capì poi come si svolgevano le eclissi, ritenute fino ad allora eventi magici.

-Italia

Il popolamento del territorio italiano risale alla preistoria, precisamente al Paleolitico, epoca di cui sono state ritrovate importanti testimonianze archeologiche. Popolazioni di ceppo indoeuropeo, trasferitesi in Italia dall'Europa Orientale e Centrale in varie ondate migratorie, si sovrapposero ad etnie pre-indoeuropee già presenti nell'attuale territorio italiano, o assorbendole, oppure stabilendo una forma di convivenza pacifica con esse. Successivamente le colonizzazioni dei popoli del mediterraneo nel sud Italia con i Fenici e i Greci, quest'ultimo formeranno una cultura autoctona confrontabile alla madre patria. Fra i popoli di età preromana, meritano una particolare menzione gli Etruschi che, a partire dall'VIII secolo a.C., iniziarono a sviluppare una civiltà raffinata ed evoluta che influenzò notevolmente Roma e il mondo latino. Secondo la tradizione, la città di Roma fu fondata il 21 aprile del 753 a.C. da Romolo sul colle palatino. In realtà, già in precedenza erano sorti villaggi in quella posizione, fondamentale per la via di commercio del sale, ma solo alla metà dell'VIII secolo a.C. questi si unirono in una sola città. Romolo instaurò nella città il regime monarchico: fino al 509 a.C., Roma fu retta, secondo la tradizione, da sette re, che apportarono notevoli contributi allo sviluppo della società. Dopo il fallimento della monarchia venne instaurata la prima Repubblica, che perdurò fino al 45 a.C quando Giulio Cesare, dopo aver vinto la guerra civile, venne proclamato dittatore. La fine dell'età imperiale romana si fa invece coincidere con il 395 d.C, allorquando, alla morte di Teodosio I, l'impero venne suddiviso in una pars occidentalis e in una orientalis.

L'inizio del Medioevo italiano coincide con l'invasione longobarda del 568 a.C fino alla stipulazione della Pace di Lodi, nel 1454, la quale dette inizio ai quarant'anni di equilibrio politico conosciuto come Rinascimento italiano.

La fondazione del Regno di Sicilia da parte dei normanni portò il titolo regale in Italia che successivamente passerà in diverse dinastie che caratterizzeranno la storia dell'intera penisola e oltre come i Borbone e i Savoia.

Dopo le guerre napoleoniche, spinte nazionali e nazionalistiche appoggiate dai Savoia, che videro in queste l'opportunità di allargare il proprio Regno di Sardegna, portarono ad una serie di guerre di indipendenza contro l'Impero austro-ungarico. Al termine delle guerre di indipendenza nel 1860 venne organizzata la spedizione dei Mille, guidata da Giuseppe Garibaldi, che portò il 17 marzo 1861 alla nascita del Regno d'Italia.


-ESTREMO e Medio Oriente

CINA

In Cina, oggi, abbiamo 240 milioni di buddisti e 240 milioni di taoisti; 40 milioni di cristiani e 20 milioni di musulmani. Il taoismo in realtà non è proprio una religione ma è più una filosofia. A dire il vero in tutto l'Oriente bisognerebbe parlare più di filosofie che di sistemi religiosi poiché la religione come la intendiamo noi non trova un suo preciso corrispettivo nell'Oriente stesso. Un tempo inCina c'erano solo il confucianesimo, che via via ha perso importanza, e il taoismo.

Esaminiamo meglio queste correnti.

Confucianesimo

Si sostiene che i cinesi siano "geneticamente confuciani" e che siano confuciani in pubblico e taoisti nel privato.

Il confucianesimo è una filosofia morale, non una religione. Fu fondato da Confucio (vero nome Kong Fuzi) nato nel 551 a.C. Il confucianesimo si è sviluppato in Cina nel periodo degli stati combattenti (476-221 a.C.). Confucio è stato il primo maestro cinese. Nacque nel principato di Lu (odierno Shandong). Ricevette un'educazione nobiliare e si occupò della revisione di antichi testi. Fu colui che disse: "Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te."

L'obiettivo di Confucio era far rivivere il passato, recuperando le antiche istituzioni e gli antichi valori. In questo modo, secondo lui, si poteva arrivare ad un'armonia universale, cioè a ciò che i taoisti chiamano Tao. Per i confuciani il Tao è l'obiettivo; per i taoisti è il punto di partenza. Confucio, quindi, non si è presentato come il fondatore di una corrente di pensiero bensì come un mediatore tra gli antichi e il popolo cinese.

Per Confucio l'uomo è essenzialmente buono e per far sviluppare appieno questa bontà esso va educato con il buon esempio (il buon esempio per Confucio era quello degli antichi). Da ciò si evince anche il motivo per cui i cinesi sono così abili nel copiare ed abbiano poco sviluppato la loro originalità: perché il confucianesimo li portava a copiare i modelli del passato.

Il confucianesimo si basa quindi sul rispetto della famiglia e dei superiori e sull'insegnamento a coloro che gerarchicamente sono "inferiori" a noi. Così Confucio dichiarò che esistono cinque tipi di relazioni: padre-figlio, re-suddito, marito-moglie, fratello maggiore-fratello minore, amico-amica. Di queste relazioni solo l'ultima è paritaria, tutte le altre sono gerarchiche.

Il confucianesimo non si è mai interessato molto all'individuo in sé e per sé: per questa filosofia infatti l'individuo ha importanza solo perché fa parte di una società, cioè è la società che conta.

Il confucianesimo ha perso molta della sua importanza ma i cinesi restano comunque confuciani.

Taoismo

Il taoismo è la più antica religione propriamente cinese e si originò dallo sciamanesimo. Non è considerata una religione in senso stretto in quanto non c'è un dio da adorare e non vi è alcuna subalternità. La parola TAO significa via, cammino ideale e questo cammino è dato dall'equilibrio di due energie opposte: yin e yang. Lo yin è l'energia femminile, lo yang quella maschile.

Buddismo

Tempio Wat U-Mong di Chiang Mai in Thailandia raffigura Siddharta proprio nella fase dell'ascetismo più radicale.

Il buddismo ha origini indiane ed è entrato in Cina nel I millennio d.C. Il suo fondatore è Siddharta Guatama, meglio conosciuto come Buddha, termine che significa "risvegliato". Si dice che Buddha e Lao Tze si siano incontrati. Esistono due tipi di buddismo: il Grande Veicolo (Mahayana) ed il Piccolo veicolo (Hinayana o Theravada, la via degli anziani). Quest'ultimo è praticato nello Sri Lanka, in Birmania, Thailandia, Cambogia, Nepal (India Settentrionale, ove ebbe origine), Tibet, Cina, Giappone, Mongolia. Il Theravada è più rigoroso, è una via per monaci e non per persone laiche. Tali monaci vivono in povertà, in meditazione. Il Mahayana, al contrario, ritiene che sia invece essenziale vivere nel mondo (nel "qui e ora").

Per presentare il buddismo occorre riallacciarsi alla visione induista del mondo. L'induismo vede l'intera manifestazione cosmica come espressione di un piano divino, in cui l'anima individuale è per così dire intrappolata. Ogni essere umano è dunque la divinità che si trastulla in quel gioco, inserito nella ruota delle reincaranazioni (kala chakra). Il Buddha (il risvegliato) è colui che riesce a liberarsi dalle catene del divenire, ossia dalla ruota delle reincarnazioni.

Liberarsi dalla catena delle reincarnazioni non è semplice perché ogni nostro pensiero negativo o azione negativa (anche involontaria) crea nuovo karma (il karma è il debito che dobbiamo "scontare" nella vita successiva). Tuttavia i buddisti ritengono che tramite una costante meditazione si può giungere al nirvana, ossia alla liberazione, all'illuminazione.

I buddisti hanno basato la loro dottrina sull'ottuplice sentiero, cioè otto precetti da seguire che formano la "retta via" Questi principi sono: retta vita, retta consapevolezza, retto pensiero, retto sforzo, retta parola, retta azione, retta meditazione. Il buddismo è induismo puro, sfrondato di concetti e rituali obsoleti. La sostanziale differenza con l'induismo è che il buddismo non ha un concetto preciso di Dio poiché è unicamente interessato all'esperienza e l'esperienza sola può portare a cogliere la coesione e la connessione dell'intero esistente. Una religione in sé non è necessaria, può anzi essere di impedimento al fine di raggiungere la meta.

Molti autori hanno inteso l'idea buddista del nirvana come annientamento. Ma le cose sono davvero poste in questi termini? Sembra invece che la dottrina del Buddha sia stata fortemente fraintesa dai suoi seguaci, in particolare da Nagasena, il quale mise in evidenza la concezione del nirvana inteso come estinzione.

-AMERICA CENTRALE

 Molti secoli dopo la scoperta dell'America, i luoghi, l'arte, la cultura e le tradizioni degli antichi popoli del Nuovo Mondo sono stati ignorati dagli uomini che non hanno saputo percepire la grandezza delle civiltà d'oltreoceano. Eppure i Maya e gli Aztechi (oltre agli Inca - il popolo "Figlio del Sole" della Cordigliera delle Ande) avevano saputo creare culture di altissimo livello.

Quei popoli conoscevano raffinate tecniche di costruzione, producevano opere d'arte che nulla hanno da invidiare alle antichità classiche (Egitto, Grecia ecc.), erano governati da complesse leggi civili e religiose e possedevano conoscenze scientifiche sofisticate (basti pensare all'elaborazione del calendario solare di 365 giorni che si discosta dal calendario moderno per uno scarto infinitesimale).
La loro storia venne bruscamente interrotta all'inizio del XVI secolo, quando i conquistadores spagnoli rasero al suolo le loro città, incendiarono i templi, distrussero gl idoli di quelle civiltà e saccheggiarono i tesori, sterminando intere popolazioni. Tutto quello che riuscì a sfuggire alla furia dei conquistadores venne abbandonato, dimenticato e lentamente inghiottito dalla vegetazione delle foreste tropicali.
Solo alla fine dell'Ottocento, grazie all'impegno di esploratori e archeologi, le vestigia delle civiltà precolombiane sono tornate lentamente alla luce e sono stati recuperati grandiosi monumenti e opere d'arte, come Uxmal, Chichén Itzá e i grandi centri cerimoniali come Teotihuacán o Monte Albán.Fra le varie popalzioni viventi in queste zone ricordiamo:I Maya,Gli Aztechi..
Periodi di evoluzio neIl Messico occupa un posto di primo piano nell'ambito della civiltà artistica sviluppatasi nell'America centro-settentrionale e centrale anteriormente alla conquista spagnola. Nell'arte precolombiana del Messico, come in quella delle altre culture mesoamericane, sono distinguibili tre fasi di evoluzione:
preclassica (dalle origini, anteriori al 1500 a.C., al 50 d.C. circa);
classica (dal 50 al 650 a.C. circa.);
postclassica (dal 650 al 1540 d.C. circa

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